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venerdì 13 novembre 2009

Deportazioni-Paolo Ricci a on.Martini


Paolo Ricci all'on.Martini sulle deportazioni in Nord Europa
dei randagi italiani.


(Estraggo soltanto la parte -riguardante le deportazioni- della lettera di Paolo Ricci inviata all'on. Martini sottosegretario alla Salute. La lettera integrale in altra sezione del blog)

(...)sono convinto - per quello che ripetutamente leggo nelle denuncie fatte da volontari - che esiste un traffico di randagi catturati dai canili lager - e non lager - verso l’Europa del Nord. Lei sa meglio di me come funzionano le cose: cani abbandonati nel Belpaese - da incivili bastardi - vengono accalappiati, tenuti in osceni canili, massacrati di botte e di stenti e poi venduti ai laboratori di vivisezione. Troppi attivisti denunciano la cosa da tempo ma senza andare a fondo. E sa perché non denunciano, Signora? Perché vengono minacciati. E se la gente viene minacciata il “dictum” andreottiano che “a pensar male spesso ci si azzecca” potrebbe - in questo caso - essere valido. In effetti il problema potrebbe essere risolto individuando il punto di partenza e collegandosi con le autorità del Nord Europa. Ma anche questo è troppo difficile e oneroso per lo Stato: dopotutto sono solo cani. Da troppo tempo si parla con insistenza di una tratta di randagi verso la Germania. Il traffico, si dice, si dirama dai canili italiani verso Stoccarda, Colonia, Dűsseldorf, Francoforte e Norimberga. E non riguarda solo il Sud ma, da quello che sappiamo, anche la Toscana e altre Regioni. Esistono strani movimenti. Signore tedesche organizzano trasferimenti evitando risposte chiare. Sembra che partano 300 cani alla volta per le adozioni con costi aerei notevoli. Si parla di un business di decine di migliaia di euro. Intorno a queste operazioni si muovono personaggi umbratili che sfuggono e non rispondono alle domande che gli attivisti pongono. Ci sono cose che non corrispondono. Un furgone Ducati che fa la spola tra la Germania e l’Italia. Nomi e siti strani. Referenti non chiari. Cani prenotati e sterilizzati da una società con appoggi italiani che si occupa di tutto. Silenzi. Minacce di denuncie. Lunghi viaggi. Comportamenti ambigui. Si parla di adozioni facili in quel di Caserta. C’è un inquietante dottoressa che somministra facili adozioni. Foto innocenti di bimbi, cani e allegri nonnetti che danno l’impressione che dietro la bucolica facciata si aggiri ben altro. Ci sono nomi che non possiamo divulgare. Volontari che disperati affidano cani che non sanno dove finiscono. Troppe Madre Terese “animaliste” che dicono e non dicono. Mi domando: se i canili tedeschi sono pieni perché venire in Italia a prendere i cani? Una giornalista ha denunciato queste cose ma è stata prontamente zittita. Non ci sono prove. Come dicevano i romani “ladroni” (io sono uno di loro): “affirmanti incumbit probatio” che nella lingua del vate Dante suona così:

“Senza prove non c’è trippa per il gatto”. Ma le prove possono essere trovate se l’autorità si muove. E questa non è roba per “canare” o “gattare” o rivoluzionari vegani, questa è roba che scotta e presenta pericoli. Va bene, Signora, lei dirà: è delinquenza minore, Toto “u Curtu” non c’azzecca un piffero, ma i rischi sono comunque notevoli. E questo bubbone deve esplodere. E logicamente c’è il rischio di accusare innocenti come è già avvenuto. Ma indagare non nuoce. Non crede?

In ducati sonanti: questa storia delle adozioni è un panzana che va smontata o sono trasporti caritatevoli e noi ci sbagliamo e accusiamo innocenti?

(...)


Paolo Ricci


ricci@esperia.fsnet.co.uk;

www.lasaggezzadichirone.org

www.nothuman.org

www.ahimsa.it

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